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lunedì 23 maggio 2011

O tempora, o mores! La banalizzazione del rispetto

Così esordiva Cicerone nel commentare i costumi, affatto degni di ciò che oggi potremmo chiamare una "buona recensione", all'epoca dei suoi scritti su Catilina. Ma l'esimio console, principe del foro romano, sarebbe più che inorridito nel prendere parte ad uno di quegli eventi sociali semicollettivi, similesclusivi, ipoteticamente rilevati dal punto di vista culturale, di fatto solo emblematica espressione delle moderne invasioni barbarichePerché proprio di questo si tratta: di un progressivo e quanto mai deleterio imbarbarimento delle più basilari regole di comportamento, esacerbato dalla totalizzate non curanza per il prossimo e dalla banalizzazione di qualsiasi norma di carattere etico.
Definirla "mala educazione" non è più sufficiente. Lo spazio riservato al totale disinteresse per le necessità di contegno in alcuni frangenti della vita è ormai questione assodata. Eppure io non mi capacito, non accetto e mi ribello! 
Perchè un buon comportamento aiuta a vivere meglio e ad apprezzare tutto quanto ci circonda suggerendone la vera natura a volte celata da un ammonticchiamento di atteggiamenti terrificanti, incomprensibili, che propendono per fruizione veloce, immediata degli accadimenti ma quantomai povera di riflessione e soprattutto di rispetto.
La capacità di non prendere sempre tutto troppo sul serio è stata soppiantata dalla consuetudine di prendere sempre tutto in maniera banale rendendo qualsiasi argomento vago, sfumato ed effimero, privo di qualsiasi spunto considerevole e affatto degno di buon agire. Magari si mantenesse ogni considerazione alla stregua di conversazione da salotto che presupporrebbe, almeno in quel frangente, un adeguato contegno. L'impressione è che si viri invece verso un'incondizionato e totalizzate annullamento delle buone maniere, anche le più scontate, che divengono materia da libro antico soprattutto quando si parli di comportamento collettivo.
Hic sunt leones.

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