Me...

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giovedì 5 dicembre 2013

Piccola storia del menu

La parola menu, scritta senza accento se detta alla francese ma con accento se detta all'italiana, deriva dal termine "minuta" ovvero un lista breve e concisa dei piatti da servirsi durante la cena scritta a mano o stampata su un unico cartoncino. Non si tratta quindi, erroneamente a quanto si creda, dell'elenco di tutte le pietanze disponibili nel ristorante in cui ci troviamo. Quest'ultima è invece invece "carta delle vivande" o più comunemente "carta".
Il menu così come oggi lo conosciamo apparve per la prima volta sulle tavole nel lontano 1850 durante un banchetto offerto dall'ambasciatore di Russia alla corte di Napoleone IIIDurante questo ricevimento infatti si utilizzò il così detto "servizio alla russa" ovvero la proposta di singoli piatti in successione, al posto dell'allora diffusissimo "servizio alla francese" ovvero lo sfoggio (e il servizio) dell'intera serie di vivande in contemporanea sulla tavola.

Il galateo non vorrebbe mai il menu appoggiato direttamente sul piatto.  Meglio utilizzare il tovagliolo come base per il cartoncino o, meglio ancora, posarlo a fianco del piatto, sulla tovaglia.



mercoledì 20 novembre 2013

Una tazza di tè è sempre una buona idea ma...

Nebbiolina fuori dalla finestra, freddo incipiente, voglia di coccole.
Sono tante le ragioni per le quali decidere di bersi l'ottima bevanda bollente ma...

Si fa presto a dire tè.


Per versare l'acqua (calda ma mai bollente) in questo modo 
mi ci vorrebbero muscoli da Maciste.
Infattibile.


Mignolino alzato come le gentildonne inglesi di un secolo fa?
Demodè.

Vietatissimi soffio e risucchio.
Per carità!

Servire sempre prima gli ospiti.
Per buona creanza.

Sorseggiare il nostro meraviglioso tè 
sostenendo il piattino con l'altra mano?
Esatto!

E il cucchiaino? 
Mai brandirlo! Quando non lo si utilizza 
lo si appoggia a sinistra
sul piattino.

Picture source: web

martedì 5 novembre 2013

Dall'alto di quel tacco 12

Certo, camminare su certi trampoli ha quantomeno del miracoloso e sono davvero poche le donne che riescono a passare l’esame “calzatura vertiginosa” senza che venga inferta alle propaggini inferiori del loro corpo una certa qual sofferenza. 

Eppure, pensiamoci: una scarpa col tacco non si nega a nessuna! In fondo l’incedere su certi rialzi ha un effetto taumaturgico anche sulle inclinazioni personali, regala almeno:
- dieci “punti avventura”
- quindici “punti intraprendenza” 
- e almeno cinquanta “punti personalità”

Due sono i soli problemi che affliggono chi voglia cimentarsi in questo equilibrismo prevalentemente femminile. 
Primo: come scegliere le scarpe con il tacco giusto
Secondo: come imparare a governarle

La vera faccenda complicata sta nel sedare la rivolta dei vostri piedini ai primi approcci alle vette della femminilità.
Presto vedremo come...

venerdì 1 novembre 2013

CUCINA e BON TON

CUCINA e BON TON
Prove tecniche di allestimento 
per la prima data della nuova stagione

9 NOVEMBRE 2013
via Gesù 6/8 

Si ringrazia:  MADA Milano - Centrotavola - W Milano

domenica 27 ottobre 2013

Pomeriggio tra le zucche: Halloween con i bambini

Per passare un uggioso pomeriggio ottobrino ho pensato di sfruttare il quantomai presente "mood Halloween" per trascorrere qualche oretta divertente con i miei bambini. 
Abbiamo preparato le zucche di Halloween (una a testa s'intende). Ecco il procedimento che abbiamo adottato.
1)
Intagliare la parte superiore della zucca per scoperchiarla
Attenzione alle lame affilate!
Un grembiulino è d'obbligo, come la consapevolezza 
che ci sarà un bel po' da rassettare...
Ecco fatto!

2) 
Scavare l'interno della zucca rimuovendo i semi (tutti) 
e i filamenti (il più possibile).
Da piccola adoravo i semi di zucca tostati e salati!
È un lavoro piuttosto lunghetto, procuratevi dei cucchiai 
non completamente tondi ma piuttosto appuntiti
Fuori tutto!
I filamenti possono anche essere tagliati facendo 
attenzione con le lame!

3) 
Arriva il momento artistico! 
Disegnare sulle zucche l'espressione che volete far risultare al termine del taglio ricordando che quest'ultimo potrà essere anche parzialmente modificato in corsa...
Date sfogo alla fantasia!

4) 
Iniziare con circospezione ad intagliare occhi, naso e bocca 
seguendo le linee disegnate con il pennarello. 
Fate attenzione l'operazione necessita di una certa attenzione!
Comincia già ad avere un'aria paurosissima...
La bocca è la più complicata...
Ci siamo!
Ma l'occhio non è da meno!
Rifiniture...

5) 
Passare la zucca in forno a 60° per asciugare bene la parte interna 
ed evitare che ammuffisca troppo velocemente.

6) 
Una volta che la zucca si è ben "rosolata" 
procurarsi una candela vasetto di vetro, 
molto più sicura delle usuali t-light, e accendetela.

7) 
Introdurre ora la candela all'interno della zucca 
facendo un modo che risulti centrale e ben stabile all'interno.
Ora siamo quasi pronti...
... e fierissimi del nostro lavoro!

ECCO IL RISULTATO DI UN POMERIGGIO 
DA BRIVIDO!!!

mercoledì 23 ottobre 2013

Fino a venti minuti non è vero ritardo


Se, per quanto ci proviate, davvero non ce la fate ad arrivare in orario, dovrete imparare la sapiente arte della scusa per cercare di limitare i danni di un catastrofico ritardo. 
Se per gli impegni “di piacere” vi sono innumerevoli pretesti, non si può dire altrettanto per gli impegni professionali che richiedono ben altra attenzione. Spaccare il secondo non è mai elegante quando si tratti di eventi più o meno mondani nei quali volete davvero farvi notare. Invece se non volete rischiare un rimbrotto da parte del capufficio che vi attendeva per stampare la presentazione (importantissima, importantisssssssima!) per il nuovo cliente, lunghe e snervanti attese dal dottore per aver saltato il vostro turno e quindi perso l’attimo, o una tirata d’orecchio della maestra per non aver recuperato in tempo il pargolo, ricordate che ad alcuni impegni non si può, NON SI DEVE arrivare tardi.
Le scuse usuali comunque non funzionano più. 
Tutte trite e ritrite, spremute come limoni da una nutrita quantità di signore. Bisognerà dunque adattarsi ai tempi moderni e tirar fuori qualche coniglio dal cilindro, uno tutto nuovo, con un pensierino quanto più adatto all’occasione e soprattutto verosimile.

Ricordate la regola fondamentale: le prime a credere a ciò che state raccontando dovete essere voi.!

Adattate la realtà alle vostre esigenze senza però manipolarla eccessivamente (o verrete scoperte in men che non si dica). Convincetevi che la cosa sia andata davvero, assolutamente in quel preciso modo.
Le scuse più strampalate oltre a reggere il tempo di un sussulto sono facili a dimenticarsi (da chi le racconta) ma rimangono impresse come marchi a fuoco nella mente degli interlocutori, che le racconteranno in pubblico nei momenti più imbarazzanti, con la conseguenza di un’accelerazione subitanea del polso e una gocciolatina fredda fredda lungo la schiena.

Fino a venti minuti il ritardo non è vero ritardo, almeno non per una donna.
Perfino all’università esiste il classico quarto d’ora accademico e voi che siete maestre nel farvi desiderare vorrete essere da meno?
Da venti a quaranta minuti non siete in orario, questo è certo
La tattica davvero perfetta è quella di rabbonire gli astanti con una sfilza di complimenti: «Ma buongiorno Lucia! Che bello vederti! Certo che vicina a te io sparisco letteralmente, sei in super forma!». Nessuno resiste ai complimenti se ben assestati.
Nel frattempo ci infilerete dentro qualche scusa con grande nonchalance: «Sono davvero felice di essere qui, arrivare è stato un vero incubo, oggi sono tutti impazziti, sembrano zombie che camminano».

Da quaranta minuti a un’ora, fate un’entrata spettacolare
Tutti devono vedervi perché tanto un ritardo del genere sarebbe comunque impossibile da far passare sotto silenzio. Se ad attendervi è qualcuno dell’altro sesso cercate di essere sexy e affascinanti quanto più possibile: slacciate un bottoncino della camicetta, scompigliate i capelli, mordicchiatevi le labbra per renderle più colorite. Sorreggete il cappottino e la borsa in una stessa mano e tendete adoranti l’altro braccio verso il vostro pubblico, brandendo possibilmente un bel paio di occhiali.
Più il vostro arrivo sarà scenografico e clamoroso, più darete l’impressione di essere importanti e super VIP.  Che si sappia: tutti vi cercano, tutti vi vogliono... il ritardo non è il vostro ma è stato causato dallo stuolo di fans, ammiratori, seguaci, adoratori e spasimanti. Impossibile incolparvi. 

Oltre un’ora. Fate chiamare dalla segretaria
ovvero un’amica disposta a calarsi nel ruolo. Sarà chiaro a tutti che vi era assolutamente impossibile evitare il contrattempo.

Comunque il ritardo davvero importante, quello fuori tempo massimo, non può avere troppe scuse, non servirebbero a molto. Ricordate che il giro dell’orologio equivale a un esponenziale giramento di scatole di chi vi stava attendendo. Meglio lasciar sbollire la cosa e defilarsi in buon ordine per non rischiare di diventare il bersaglio di stoccate dritte dritte a centro schiena.

martedì 15 ottobre 2013

#mammeconundiavolopercapello Un "normale" inizio di giornata


Tutto comincia con un risveglio al fulmicotone.
Lo stesso che ci fa passare dalla beatitudine del sonno al delirio dei mille km all’ora della sveglia nostra e dei figli. In men che non si dica siamo catapultate nella trottola organizzativa quotidiana che ha più della staffetta 4x100 (mamma + papà + baby-sitter + bidella) che del quieto andamento di una normale famiglia cittadina.
Sapete benissimo quali saranno le incombenze di noi genitrici del terzo millennio, nel lasso di poche ore dovrete gestire:

  • la dichiarazione di guerra alla sveglia da parte della prole;
  • la preparazione della colazione con minaccia di disintegrazione della Wii in caso di salto del pasto;
  • l’imbuco della merenda “sana” nella cartella dei piccoletti, consapevoli del fatto che la scambieranno(sempre che qualcuno la voglia), la venderanno, la distruggeranno one faranno un preparato degno del piccolo chimico;

  •  il trattato per la pace nel mondo nel tentativo di riconciliare i marmocchi che nel frattempo hanno avviato una gara a chi catapulta più pezzi di biscotto dall’altro lato del tavolo (e qui siamo già sfiancate);
  • l’accompagnamento a scuola previa patteggi col vostro partner: «Io prendo il piccolo, tu deposita gli altri due, scaraventali dentro entro le 8,30 o si beccano una nota».
Il tutto nella speranza che il tacco (se siete così temerarie da indossarlo di prima mattina) non si incastri ne perfido porfido... 

Insomma, che dire, un "normale inizio di giornata per ogni mamma con un diavolo per capello!

venerdì 4 ottobre 2013

Casual friday senza tacco 12

Anche per indossare un paio di ballerine ci vuole un certo stile. A me piacciono sotto un paio di pantaloni leggermente a zampa. Qual è il vostro?

sabato 28 settembre 2013

L'angolo del bigodino: figuracce

Per la fortunata rubrica "L'angolo del bigodino" ecco come le figure barbine capitano proprio a tutte, anche anche alle superstar cinematografiche. La povera Nicole Kidman ad esempio, investita in pieno da un paparazzo ciclista (!), si è ritrovata gambe all'aria in meno di un nanosecondo. 

Eppure cosa ricordiamo di lei? 
L'espressione sconvolta e corrucciata? NO!
L'ottima forma fisica nel capitombolare in perfetto stile judoka? NO!
Abbiamo forse temuto che le di lei gambe, lunghe e flessuose, si fossero irrimediabilmente abrase? NO!

Ricordiamo l'etichetta del prezzo sotto le scarpe! Mai rimossa dalla suola e ormai imperitura anche sul web. 

Questo è un grande insegnamento per tutte noi: stile è anche e soprattutto attenzione ai particolari, con buona pace di Nicole!

mercoledì 25 settembre 2013

Auto o buoi fatti i fatti tuoi - Bon ton in auto



Avete mai letto il libro dal titolo “Perché le donne non sanno leggere le cartine e gli uomini non si fermano ma chiedere?”  
Beh, se non lo avete ancora fatto allora dovreste, perché lasciando da parte il “politicamente/sessualmente/socialmente corretto” sappiamo tutti che uomini e donne sono fondamentalmente, radicalmente diversi. A volte siamo spinti a pensare che possiedano uguali risorse, attitudini, capacità, la scienza dice che è vero l’esatto contrario. 
Quando si parla di automobile poi, si spalanca una voragine senza fondo da dove è facile sentire gli eco di “gentildonne e gentiluomini” inveire gli uni contro gli altri con improperi dei più spettacolari.
Ad entrambi toccherà capire come ragiona il sesso altrui una volta impugnato il volante, questo non soltanto per risparmiarsi numerosi soldini dal gastroenterologo ma anche per mettersi in pace col mondo.

Le tre-raccomandazioni-tre per le novelle Penelope Pitstop:

Non fare la "limi"
Ecco come gran parte degli uomini chiama la signora irrequieta e ansiosa seduta a fianco del guidatore. “Limi” ovvero “limitatrice”, colei che con un borbottio simile a una pentola di fagioli mette in guardia il compagno da pericoli vari ed eventuali, angosciatissima anche da minimali incrementi di velocità.
Ci sarebbe poi da chiedersi se un uomo con la carogna sulla spalla possa di fatto guidare meglio di uno lasciato nel suo brodo. Sono esperienze differenti. Meglio non esagerare.

Trucco e parrucco con barbatrucco
Inutile tentarci, per una donna l’automobile è un po’ come la borsetta: rappresenta un’estensione di se stessa, un secondo armadio, un secondo ufficio e, in alcuni casi, ha la stessa funzione di una mini beauty-farm dove cercare ogni momento  lecito per una rapida "remise en forme". Mi sembra ovvio che una donna degna di questo nome sappia perfettamente quando sia il caso di darsi al make-up estremo e quando invece sia consigliabile fare attenzione alla strada. Eppure gli uomini non capiranno mai quanto siano ben utilizzati quei 20 minuti ferme in coda al casello di Melegnano… Donne usate la testa oltre che il mascara!


Parcheggio antistress
Signore, ripetete come un mantra i comandamenti del parcheggio perfetto:
1) Il parcheggio DEVE essere sufficientemente grande
2) Non esistono premi per chi posteggia meglio o più velocemente
3) Se vi mettono fretta o inveiscono contro di voi… cantate!
Le tre-raccomandazioni-tre per gli Schumacher degli anni 2000:

Ingarellamento facile
Capisco che fin dalle elementari i ragazzi godano nello sfruttare il loro lato prettamente competitivo ma vi farei gentilmente notare che gli uomini dall’ingarellamento facile perdono almeno 1000 punti sul taccuino “uomo ideale” della maggior parte delle signore. Vedete voi.

Gesti inconsulti
Non è più tempo di gestacci al volante. Rischiate nell’ordine: un inseguimento all’ultimo chilometro, una bastonata sulla fronte (ahia!), e ultima ma non ultima la radiazione dal libro mastro del bon ton di tutti i tempi (#nonsifa).

Il clacson di Luis Amstrong
Signori, ripetete come un mantra i comandamenti di perfetto uso del clacson:
1) Il clacson è mono-tono quindi NON è adatto alle sinfonie
2) Le schiacciate sul pulsantone in stile pallavolista meglio lasciarle alle sfidone in palestra
3) Ai matrimoni clacson con moderazione. Per la vittoria di campionato la strobazzatina ci sta ma entro le 24.

Un ripasso dalle elementari proprio per (noi) tutti: 
uso della freccia = futuro semplice (girerò) NON gerundio (sto girando).
SCUSI lei potrebbe gentilmente schiodarsi dal mio semaforo???!!! Parbleu!


Leggi il post anche su Paper Project
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