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mercoledì 12 ottobre 2011

Taxi e bon ton

Ognuno nel proprio lavoro, così come nella vita, si comporta con gli altri un po' come crede. Esiste chi, da vero perfezionista, è attento ai più minuscoli dettagli e chi invece preferisce godersi una certa "libertà creativa" con allegata licenza poetica.
Possibile sollevare la medesima questione quando capita di farsi accompagnare in taxi in luoghi più o meno reconditi della città, sia questa Milano, Roma, Palermo o qualsiasi altra.
Diciamoci la verità chi non preferirebbe montare su di una macchina, anche piccina, purchè pulita e ben tenuta, accolti da un conducente che saluta cortese al nostro arrivo, apre (di sua spontanea voltontà) il bagagliaio aiutandoci con galanteria ad appoggiare sacche e valigie all'interno e, con un sorriso pieno di vitalità, ci domanda quale percorso preferiremmo per giungere a destinazione in considerazione dell'orario e del traffico cittadino? 
Di contro c'è chi sicuramente apprezza la riservatezza e la quiete di un viaggio silenzioso, assolutamente privo di chiacchiere, per immergersi nella concentrazione dei propri pensieri.
Certo una minima cortesia sarebbe il requisito fondamentale per chi decidesse di dedicare la sua vita professionale a questo genere di servizio pubblico: senza concioni politici improvvisati nei 12 euro di trasbordo, senza grida esaltate alla chiamata del familiare (che a volte viene accolta senza auricolare ma con frasette deliziose del tipo "sì, scarico questa e poi arrivo"), senza sbuffi degni di un uragano del Sud America una volta preso coscienza del fatto che si debba accompagnare un anziano gracile e claudicante a pochi metri di distanza.
La triste realtà è che l'utente non può scegliere
Non si può rifiutare un'automobile perchè malandata o maleodorante, non è permesso fare appunti sul ritardo nell'arrivo del taxi previsto in 3 minuti e giunto in 5 (con altrettanto esborso maggiorato), non pare lecito chiedere al conducente di attendere trenta secondi per permetterci di infilare la chiave nel portoncino di casa senza rischiare aggressioni alle spalle.
Non che i clienti si dimostrino assai più cortesi a volte, ammettiamolo, ma se bon ton significa andare un po 'al di là della semplice buona educazione meglio ricordare e ricordarci che mettere il prossimo a proprio agio, in qualsiasi situazione, è forse una delle regole principali del vivere tutti in armonia.
Viviamo una vita bon ton!

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