E’ il momento dei matrimoni invernali, ed allora perché non riprendere alcune delle antiche tradizioni provenienti dai paesi del Nord rivisitate ed ingentilite da quelle presenti anche nostro paese, come ad esempio la leggenda legata alla pianta di vischio.
Questo arbusto era considerato fin dall’antichità di emanazione divina anche per le spiccatissime qualità curative. I druidi, sacerdoti delle antiche popolazioni celtiche particolarmente avvezzi a pratiche incantatorie, la ritenevano una pianta in grado di sconfiggere numerose malattie mediante il suo utilizzo derivato dalla preparazione di infusi per pozioni medicamentose.
Il vischio è considerata la pianta sacra al Solstizio d’Inverno che, cadendo tra il 21 e il 22 dicembre, coincide con il giorno più corto dell'anno e con la notte più lunga, presagendo alla rinascita e alla fortificazione del “dio Sole” che dopo quella data avrebbe sempre più accresciuto la propria potenza.
Si racconta che i druidi fossero soliti tagliare i rami di vischio, pianta parassita, priva di radici a terra, con una lama dorata per raccoglierli immediatamente in un panno di lino, senza che cadessero in terra, pena la perdita dei poteri magici.
La tradizione cristiana ha poi suggerito altre storie di questa celebre pianta suggerendone una miriade di “novelle morali” più o meno lacrimevoli ma la cui sintesi non può che stare altro che nel riconoscere questa pianta foriera di buona fortuna, in ogni campo s’intende, scacciando “spiriti maligni” e pensieri negativi, ma soprattutto in amore, e quindi nel matrimonio, perché si sa: baciarsi sotto il vischio garantisce gioia, serenità ed eterno amore!
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