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martedì 14 settembre 2010

Piccola guida semiseria a tradizioni e superstizioni legate al giorno delle nozze


Oggi TG Com Oggi Sposi pubblica un mio articolo sulle tradizioni legate al matrimonio.

Anche nel matrimonio antichi retaggi della tradizione riescono, facendosi beffe dei tempi moderni, a catapultarci con il corpo e la mente ad un passato di antiche saggezze popolari più o meno curiose. Scopriamo con Giorgia Fantin, la consulente di galateo e bon ton di Oggi Sposi, questo modo antico e affascinante delle tradizioni in fatto di nozze, svelandone i retroscena e le influenze che ancor oggi esercitano sulle moderne spose.

Proprio una di queste, riprendendo una rima nota già nell’epoca vittoriana che recita “Something old, something new, something borrowed, something blue” vuole che la sposa indossi:

qualcosa di vecchio: a simboleggiare il legame con la propria famiglia e con le esperienze del passato che ci si sta lasciando alle spalle (normalmente si tratta di un gioiello di famiglia o il velo da sposa dell’abito della madre).

qualcosa di nuovo: come proiezione verso il futuro e come segno di fortuna per la nuova vita che si sta per intraprendere.

qualcosa di prestato: di qualsiasi oggetto si tratti si vorrebbe prestato da una sposa felice allo scopo di augurare all’amica la medesima sorte.

qualcosa di blu: che anticamente era segno di purezza e fedeltà ed era utilizzato come colore prediletto per l’abito da sposa.

I mille colori dell’abito da sposa
Quella dell’abito candido delle spose quale simbolo di purezza e semplicità è una tradizione relativamente recente, risale infatti a non prima dell’Ottocento, ma le spose di altre epoche vestivano in modo assai differente.
Nel Medio Evo e nel Rinascimento l’abito dedicato alle nozze era particolarmente ricco pieno di velluti, ricami, pietre preziose e maniche importanti. Per alcune donne costituì financo il pezzo forte del loro guardaroba.
Le spose di Costantinopoli, se erano di famiglia abbiente, indossavano vesti di seta rossa con ricami in oro e pietre scintillanti; all’opposto le spose longobarde vestivano una tunica nera impreziosita solo da piccole impunture realizzate dalle abili mani delle ricamatrici dell’epoca.
Le “pulcrae puellae” romane venivano avvolte in abiti legati ai colori del sole, sui toni del giallo e dell’arancio. Le donne cinesi vestivano invece di rosso così come fanno ancora oggi le spose indiane.

E il velo?
Fin dal Medioevo il velo veniva utilizzato al fine di proteggere la sposa da presunti malocchi e da una mala sorte sempre in agguato ma, in tempi di matrimoni combinati a tavolino dalle famiglie di origine, serviva in particolar modo a celare il volto della fanciulla agli occhi del futuro marito finché il rito nuziale non avesse avuto termine onde evitare che questi, intravista una donzella non propriamente “avvenente”, venisse meno ai propri impegni, mandando a monte le nozze e gli interessi legati ad esse.

Damigelle
Sempre legata al tema di spiriti e spiritelli non proprio benevoli ricade la tradizione delle damigelle d’onore o damigelle di cerimonia. Ricordiamo come nell’antico Egitto gli ospiti avessero la superstizione di credere che questi potessero accanirsi contro la sposa per disturbare il suo giorno più bello con sfortune ed oscuri presagi. Per evitare che i diavoletti combinassero guai si usava quindi vestire elegantemente un buon numero di fanciulle da attorniare alla sposa, adornandole di fiori ed accessori vistosi, in modo che potessero confondere gli spiriti nefasti e cacciare la mala sorte.

Piccolezze irrinunciabili…
La più classica delle tradizioni vuole che il futuro marito non debba in alcun modo vedere l’abito della sposa prima del giorno delle nozze. Dal canto suo la sposa dovrebbe evitare di specchiarsi con indosso l’abito prima del fatidico “sì lo voglio”.Se la cosa dovesse risultare irrealizzabile la fanciulla dovrà avere l’accortezza di privarsi temporaneamente di un dettaglio che faccia parte della propria mise (un guanto, una scarpa, un orecchino o similari) per poterlo indossare nuovamente una volta terminato l’utilizzo dello specchio.
Lo sposo, nel giorno delle proprie nozze, dovrà fare attenzione a non tornare sui propri passi. Quindi mai rientrare a casa o entrare ed uscire dalla chiesa senza per lo meno avere alle proprie spalle il “compare d’anello” che calpesti come un’ombra fedele la strada percorsa.

Sollevare tra le proprie braccia la sposa prima di varcare la soglia della magione coniugale metterà al riparo lo sposo da eventuali inciampi della fanciulla, che, com’è comprensibile, sarebbe senz’altro foriero di oscuri presagi.

Qualcuno ricorda che il letto della prima notte di nozze non dovrebbe mai essere preparato dalla sposa medesima ma, possibilmente, da fanciulle nubili e pure (!!) o dalla mamma di lei…

Esiste un detto secondo cui la sposa dovrebbe uscire di casa per recarsi alla cerimonia ponendo avanti la gamba sinistra come buon auspicio per le nozze.

Infine se durante la cerimonia una delle fedi dovesse cadere (durante il mio matrimonio è capitato, cadendo nell’aspersorio per l’ilarità dei miei testimoni!!) sarà solo l’officiante a doverla raccogliere e nessun altro.

Qualche tradizione locale
In Sicilia quando due novelli sposi si appropinquano al letto per la loro prima notte di nozze debbono stare attenti a non far rotolare le scarpe sotto il letto per evitare la cattiva sorte.
In Puglia, secondo un’usanza assai arcaica i due innamorati usavano strapparsi un ciuffo di capelli e gettarlo al vento. Se uno dei due avesse voluto venir meno in qualche modo alla promessa, avrebbe dovuto ritrovare ogni singolo crine…(!!)
In Friuli i novelli sposi, non appena usciti dalla celebrazione del rito nuziale, pare debbano tagliare un tronco d’albero con la sega da boscaioli (doppia), a simboleggiare lo sforzo comune che dovranno affrontare in futuro ma anche come icona dei grandi risultati che potranno essere raggiunti apportando l’impegno di entrambi.
In alcune zone dell’Umbria, ma anche in Toscana ed in Abruzzo persiste la tradizione del serraglio che consiste nello sbarrare la strada agli sposi per mezzo di una corda mentre questi si avviano verso la Chiesa in corteo appiedato impedendo così al corteo di proseguire sino a quando la sposa non elargisca confetti e monete come un ideale pagamento del pedaggio.

E poi… la serenata alla finestra dell’amata e molto molto altro ancora. Ma questo è solo l’inizio…

E da voi? Quale bella tradizione esiste nel luogo in cui vivete? Scriveteci

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