Me...

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martedì 30 novembre 2010

Rosso portafortuna!

Siamo quasi a Natale! Il tempo vola, davvero...
In questo periodo di attesa per la festa, ricco di una mirandola di luci e colori, uno in particolare spicca come passepartout di gioia e allegria: ed è proprio il rosso! Ne scorgiamo dettagli ad ogni angolo di strada ma se vi capitasse di trovarvi a Milano il prossimo 2 Dicembre perchè non far capolino all'evento organizzato da Rubinia Gioielli?

Una pennellata di rosso tingerà di colore i gioielli della nuova collezione natalizia 2010 creati appositamente per l’evento. Un colore che, non solo richiama l’atmosfera di luce e calore che caratterizza il Natale, ma che rappresenta l’anima creativa della stessa maison, richiamando la lucentezza del Rubino, re delle gemme preziose e pietra misteriosa a cui fin dall’antichità venivano attribuiti poteri magici.

E voi ben sapete quanto io ami... il Rubino! Rosso o Bianco che sia...
Buon evento a tutti!

domenica 21 novembre 2010

Lo storico dolce nuziale


Riporto alcuni stralci di un articolo di costume apparso su IL GIORNALE dal quale ravvisiamo alcuni interessanti rimandi ad antichi usi e tradizioni della nostra terra.

L'articolo è di Paola Perfetti.
"...Era l'ottobre 1441: il signore di Milano, Filippo Maria Visconti, decise di dare in sposa sua figlia, l’allora sedicenne Bianca Maria, al comandante di ventura Francesco Sforza. Le nozze allestite, neanche a dirlo, furono fastose. Vennero celebrate a Cremona, la città data in dote alla giovane rampolla e qui, si dice, i mastri pasticceri inventarono una torta nuziale a base di mandorle, miele e bianco d'uovo, il cui nome e forma omaggiavano la famosa torre campanaria della città, il Torrazzo appunto.
Nascevano così il torrone ed una tradizione divenuta imperdibile nell'autunno cremonese e, da quest'anno, anche lombardo..."

Sarò per questo che il dolce nuziale ora va di moda "a piani"?

mercoledì 17 novembre 2010

Inviti a cena - Posatine

Trascorrere con amici una serata divertente all'insegna della convivialità è certamente uno dei piaceri della vita. Tuttavia continuo a scorgere alcune incongruenze nell'apparecchiatura della tavola che, per quanto moderna possa essere, non dovrebbe in ogni caso prescindere da alcuni fondamentali canoni di galateo del buon ricevere.

Con tutto il mio affetto più sincero ricordo quindi quale sia il modo corretto di apparecchiare le posatine che ritroviamo appoggiate sul tavolo ad ore 12.00 orizzontalmente rispetto al piatto.
Le posate da frutta dovrebbero essere servite con il piattino da frutta a fine pasto ma in famiglia o nelle occasioni informali è ammesso che siano già apparecchiate sulla tavola.
Il coltellino va posizionato, con l'impugnatura verso destra e la lama rivolta al piatto.
Le altre posate piccole, ovvero forchetta ed cucchiaio da dessert, andrebbero sistemati la prima con i rebbi rivolti verso destra, mentre il secondo la parte concava appoggiata al tavolo esattamente opposta ai rebbi della forchetta, ossia a sinistra.

Un trucchetto facile facile per ricordare le corrette posizioni è quello di considerare le posate da dolce/frutta come posate normali, collocarle nel piazzamento adeguato, a destra e a sinistra del piatto, quindi far percorrere loro "la stradina per i piani alti".
In questo modo sarà impossibile sbagliare.

Grazie, sempre, per il cortese e deliziosissimo invito!

mercoledì 3 novembre 2010

Buoni maestri, cattivi maestri


Come ha giustamente evidenziato un grande Maestro quando parliamo di "educazione" dovremmo utilizzare questo termine con la sola accezione che gli è propria dal punto di vista etimologico e derivante dal verbo latino "EDUCARE" composto dalla particella ex (da, di, fuori) e ducere (condurre, trarre).

La spiegazione etimologicamente accettata infatti è che questo verbo indichi:"l'aiutare con opportuna disciplina a metter in atto, a svolgerele buone inclinazioni dell'animo e le potenze delle mente, e a combattere le inclinazioni non buone: lo è condur fuori l'uomo dai difetti originali della rozza natura, instillando abiti di moralità e di buona creanza. Altrimenti: allevare, istruire."

Dal punto di vista prettamente filosofico però la questione pone dei dubbi. Il vocabolo sembra perdere il suo elemento formale per acquistarne uno concettualmente molto più neutro: ossia che il termine "educazione" possa anche predisporre l'uomo ad un comportamento non propriamente corretto, almeno secondo i canoni comuni.

In considerazione di questo possiamo pensare che da un individuo possa venire estrapolata non solo la parte migliore, ma anche quella peggiore che fa leva sulla malvagità, sulla perfidia e sulla scelleratezza, perchè purtroppo tutto ciò è una realtà. Quanto bene conosciamo alcuni esempi di cattivi maestri che purtroppo formano altrettanto terribili discepoli!

Di questo molto hanno dissertato filosofi e poeti e, volgendo lo sguardo e la memoria ad un lontano trascorso liceale, mi sovviene come, sofisticamente parlando, si possa certamente argomentare su entrambi i sensi della parola stessa. Personalmente ne cercherei una certa contestualizzazione moderna.